A cavallo tra '800 e '900 si narrava che nel Parco Scipione proprio davanti al
Castello Sforzesco di Milano, di notte si aggirasse il fantasma della Dama Velata.
I primi racconti del fantasma
che aleggiava nel Parco, in particolare nelle sere nebbiose d’inverno,
iniziarono a circolare in città sul finire dell'Ottocento quando il Parco sorse
là dove una volta si trovava il "barcho" ducale visconteo.
Le
testimonianze di coloro che avevano visto il fantasma si diffusero rapidamente per
le vie della città ed erano tutti molto simili. Si narrava infatti che nelle
sere di nebbia quando il Parco era ormai deserto, a chi lo attraversava per
tornare a casa poteva capitare di sentire prima profumo di violette e pochi
istanti dopo appariva in
lontananza una figura di donna dai contorni indistinti che cominciava
rapidamente ad avvicinarsi al malcapitato. Più si avvicinava e meglio si notavano il suo lungo vestito nero e il velo nero
che le copriva il volto.
Mentre camminava con passo elegante si poteva intuire
che si trattasse di una donna bellissima e una volta fermatasi a poca distanza dal
volto dell'uomo ormai da lei ipnotizzato, la dama gli porgeva la sua mano
gelida, se questi la raccoglieva veniva da lei trascinato nella nebbia per i sentieri
nascosti del Parco fino al cancello di una grande villa. Il volto velato della
Dama lasciava trapelare una profonda tristezza mentre con la grossa chiave
arrugginita apriva il cancello.
All'interno della villa l’uomo poteva notare
che vi erano numerose candele ad illuminare le pareti
listate a lutto mentre con la Dama in nero attraversava sale con marmi e
stucchi fino a raggiungere un grande salone dal quale proveniva una musica
innaturale. Qui, mentre in un angolo del salone l'orchestra suonava, la Dama
trascinava il suo accompagnatore in un vortice di danze sino a renderlo in balia del suo volere. Dopo ore di balli, la Dama accompagnava l'uomo in un
letto a baldacchino, dove lei si spogliava mostrando il suo corpo bellissimo senza mai svelare il suo volto. I
due giacevano insieme e solo dopo l'uomo trovava il coraggio di alzare quel velo che
la donna fino ad allora non si era mai tolta scoprendo con terrore un teschio
con le orbite vuote che lo fissano negli occhi. Tale tremenda scoperta faceva
fuggire tutti gli uomini dalla Dama Velata che non cercava mai di trattenerli sapendo
che sarebbero comunque tornati a cercarla.
Si narrava che tutti gli uomini
vittime della Dama Velata conoscevano un amore così forte che perdevano il senno sino a portarli alla
pazzia, trascorrevano infatti il
resto della loro vita cercando di ritrovare quella grande villa dove
avevano ballato con lei.
La vicenda all’epoca ebbe un’eco tale che si decise di
battere a tappeto il Parco alla ricerca della Dama Velata e della sua villa. Qualcuno
addirittura credette d’averla trovata: una grande villa, oggi scomparsa,
che sorgeva all'incrocio con via Paleocapa
per far posto agli alberi del Parco.