mercoledì 10 luglio 2013

EVELINA 1 Puntata

Con questo post inizio con 
i racconti d'estate stile Feuilleton scritti da me
poesie e romanzi a puntate che qui saranno anche corredati da immagini disegnate da me.


Iniziamo con Evelina. Buona lettura!



Evelina era una sognatrice. Donna intelligente e amante delle cose belle. Sapeva che nel suo ambiente, media borghesia negli anni '30, le donne che manifestavano troppo apertamente la loro intelligenza se non avevano charme o non erano pure belle, risultavano un poco "fastidiose". Perciò la sua era un'intelligenza discreta, sensibile. La sua famiglia faceva parte della Venezia bene e lei, con il suo matrimonio con un alto funzionario delle poste conduceva una vita tranquilla e agiata. Aveva altre due sorelle, Carlotta e Maria, sposate e con figli. Lei al momento non ne aveva e si concentrava sulla conduzione della casa, sui suoi pellegrinaggi a Trieste al Santuario di Santa Maria Maggiore e sulla sua passione per le scarpe. Evelina era una persona precisa e ordinata, dell'abbigliamento non sopportava gli abiti mal stirati e le scarpe non tirate a lucido o eccessivamente usurate. Diceva che a Trieste aveva il suo calzolaio di fiducia, Gianni.



Così ogni venerdì mattina prendeva il treno per recarsi a Trieste, andata e ritorno in giornata, scendeva alla stazione e andava al Santuario. Al ritorno dai gesuiti, si fermava in un bar a prendere un cordiale, una puntatina in bagno e poi di nuovo verso casa. Era abitudinaria Evelina e si irritò molto quando una volta dovette rinunciarvi causa un brutto raffreddore. Evelina non era molto alta, e usava con vezzo calzature con la zeppa che diceva essere disegnate dal grande stilista Salvatore Ferragamo. Andava a fare spese a Milano a ogni inizio stagione e tornava con le sue agognate scarpe con gli occhi che le brillavano e un sorriso che la rendeva luminosa. Il marito Stefano, visto che non aveva molte altre pretese, la assecondava. In fondo come funzionario ci teneva ad avere una moglie in ordine, che si presentasse bene.

EVELINA 2 Puntata


Evelina aveva una cura religiosa per le sue scarpe, e quando serviva, pare spesso, le portava a Gianni perché  se ne prendesse cura. Dopo tre anni di matrimonio con Stefano arrivò Giulia la loro unica figlia. Una bimba sveglia e vivace. Anche con l'arrivo di Giulia Evelina non rinunciò al suo appuntamento settimanale a Trieste. Era rimasta molto scossa dalle leggi razziali che colpivano in modo particolare una sua carissima amica e la sua famiglia. Tutti conoscevano Evelina come persona riservata, ma da quando la sua amica fu trasferita in Germania diventò ancora più taciturna. Il mondo intorno a lei continuava come al solito: le preoccupazioni delle sorelle per i figli, le lezioni di piano di Giulia, il mondo si svolgeva e si fermava ai confini del suo paese di campagna veneziana con i suoi ritmi, dove tutti sanno tutto di tutti e dove qualsiasi innovazione era percepita con disturbo, fuori dal normale andamento di vita quotidiana.




Quando scoppiò la guerra, gli animi si scaldarono anche in paese, tutti avevano una propria opinione e la manifestavano, tranne Evelina. Le sue sorelle la trovavano fuori dal mondo, una sognatrice che viveva in un suo mondo fatto di santuari e dalle sue scarpe con la zeppa. Evelina le lasciava dire sapeva che non poteva dire ciò che aveva nel suo animo. Avrebbe sconvolto più di qualcuno compreso suo marito Stefano. Preferì mantenere un profilo basso e non avere continuamente i riflettori puntati su di lei. Si diceva in paese che ci fossero da qualche parte nel territorio veneziano dei partigiani o comunque dei socialisti che si stavano organizzando per combattere contro i tedeschi. Il marito di Evelina tentò di convincerla a rinunciare ai suoi viaggi a Trieste, in vano. 

EVELINA 3 Puntata



Anche in piena guerra e con qualche difficoltà e magari non ogni settimana, riusciva ad avere il passaggio per Trieste, non più in treno ma in camion. Un paesano faceva la spola per il rifornimento di merci e beni di prima necessità, Evelina in cambio del passaggio lo aiutava con la contabilità e stilava la lista dei beni da acquistare. Andrea questo era il suo nome, era sempre stato un po' una testa calda e questo faceva preoccupare Stefano, ma Evelina con i suoi modi persuasivi riuscì a tranquillizzarlo.
Andrea faceva parte di una famiglia che da sempre era conosciuta come la famiglia dei socialisti. Tutte brave persone che comunque erano ben inserite nel paese, i figli facevano i chierichetti e le mogli pulivano la chiesa il venerdì mattina. Andrea aveva piacere che Evelina l'accompagnasse nel suo viaggio settimanale il venerdì: ai posti di blocco davano meno nell'occhio e ormai conoscevano Evelina e i suoi viaggi a Trieste. Evelina portava a riparare le sue scarpe con la zeppa a Gianni molto più spesso di prima, diceva che ora che le strade erano più dissestate si rovinavano di più. Addirittura iniziò a portare con sé anche un paio di ricambio per non usurarle troppo.




I viaggi a Trieste cominciarono a diradarsi, era più difficile spostarsi causa bombardamenti. Evelina non si scoraggiò. Trovò comunque il modo di far arrivare a Trieste le sue scarpe non senza forte preoccupazione e batticuore. Non doveva darlo a vedere, altrimenti Stefano non le avrebbe più permesso di farlo perché troppo pericoloso.
Le critiche delle sorelle si sprecavano, con tutto quello che succedeva lei pensava alle sue scarpe! Eppure Evelina non faceva mancare nulla né a Giulia né a Stefano.



EVELINA 4 Puntata


Molti in paese consideravano Andrea codardo: da alcuni per non essere al fronte e da altri per non essere da socialista tra i nuclei di partigiani. Andrea li lasciava dire. Sapeva che al paese avevano bisogno di lui e non voleva grane con nessuno, teneva famiglia.






Evelina pensava alla sua amica ebrea, Miriam, chissà se in Germania aveva freddo, fame o se invece stava bene. Avrebbe voluto comunicare con lei, avere sue notizie ma era tutto così difficile. Verso la fine della guerra anche i rapporti con alcune famiglie cominciarono ad inasprirsi. Evelina con la sua riservatezza cercava di rimanere con tutti in buoni rapporti. Pregava molto, e molte volte portava in chiesa con sé anche Giulia. Che rivoluzione possono fare le donne? Come possono cambiare le cose? Quello che si sentiva di fare era pregare. Forse come sfogo alle sue ansie o forse come speranza che le cose potessero cambiare in meglio affidandosi al Cielo vista l’affidabilità degli uomini… 

EVELINA 5 Puntata


Tutto questo tumulto di emozioni e di situazioni ebbe il suo culmine con la fine della guerra con tutta una serie  di recriminazioni, di accuse reciproche di collaborazionismo con il nemico. Sembrava quasi che il giorno dopo la fine della guerra, chi vince ha sempre ragione e chi perde ha sempre torto, in paese in realtà nessuno fosse mai stato fascista, e che quei pochi che ancora ci credevano dovessero pagare per la nazione intera. Evelina a queste cose ci pensava, ma non le diceva sarebbe passata lei per “collaborazionista”, nostalgica.
In realtà a Evelina nella sua onestà intellettuale piaceva dire le cose come stanno e come erano effettivamente state. Capiva anche che era il tempo della riconciliazione anche tra le famiglie del paese che avevano avuto dei morti sia da una parte che dall’altra della barricata. Sosteneva che la forza della preghiera alla Madonna avrebbe fatto il miracolo ed è per questo che a pregare portava con sé anche Giulia.




La sua famiglia e quella delle sue sorelle furono oggetto di screzi e qualche sgarbo anche due anni dopo la fine della guerra. Sua figlia Giulia quasi in età di marito, ebbe a criticare aspramente Evelina per il suo comportamento poco incisivo e poco combattivo.
Giulia aveva ereditato il carattere di suo padre, focoso. A differenza di Evelina Giulia si faceva notare, i tempi erano cambiati ed era possibile ora votare per eleggere i rappresentanti in Parlamento, da lì a poco avrebbe votato anche lei.
Sentiva la responsabilità di questa scelta e si dava da fare per fare propaganda politica. In questa sua attività civica conobbe il suo futuro marito. Evelina non ribatté mai alle accuse di apatia mosse dalla figlia e da suo marito.




EVELINA 6 Puntata


Evelina riprese i suoi pellegrinaggi al Santuario di Santa Maria Maggiore a Trieste dai Gesuiti. Suo marito Stefano continuò il suo lavoro alle poste.
Giulia e suo marito accompagnarono Evelina al Santuario qualche anno dopo per il funerale di un gesuita a cui era molto legata. Conobbero Gianni, il calzolaio ormai piegato dagli anni e sua moglie.
Il celebrante della messa funebre, don Enrico, promise loro che la volta successiva gli avrebbe fatto visitare i sotterranei, a Evelina brillarono gli occhi come se tornasse ai ricordi passati. Andarono al bar dove Evelina si fermava a prendere un cordiale prima di fare ritorno a casa. La gestione del bar era cambiata, era stato messo a nuovo, i vecchi proprietari si trasferirono in Australia.





L’anno successivo Evelina convinse anche suo marito Stefano ad andare con lei al santuario. Questa volta però non indossava più scarpe con la zeppa ma semplici ballerine, avrebbero visitato anche i sotterranei. Evelina era emozionata e si sentiva di voler condividere quell’emozione con colui che rese possibile anche in tempi difficili, quelli della guerra, i suoi pellegrinaggi. In fondo anche lui, Stefano, anche se indirettamente aveva fatto la storia, la sua storia, della sua famiglia e di molte altre famiglie. Per questo Evelina lo amava così tanto. Poteva ora condividere con lui una parte dei suoi ricordi più intimi, personali che non ebbe mai a confidare a nessuno. La visita ai sotterranei si concluse poi con la cena in un agriturismo poco lontano, lei Stefano e suo genero. Sua figlia Giulia non se la sentiva, era al terzo mese di gravidanza e tra un vomitino e l’altro preferiva stare distesa in divano. Giulia non comprese mai fino in fondo sua madre, forse i tempi erano cambiati e le mentalità e i comportamenti obsoleti faticavano a integrarsi con il presente, forse era semplicemente una questione di carattere. Dalla volta della visita ai sotterranei Stefano prese a frequentare nel periodo estivo il litorale di Trieste per le vacanze di famiglia. A Evelina fece piacere in fondo Trieste era una sua seconda casa, ci era affezionata. 

EVELINA 7 Puntata



Evelina provò a fare ricerche in Germania per ricontattare la sua amica Miriam, ma pianse per due giorni dal dispiacere avendo saputo del suo tragico destino. Si rammaricò di non aver potuto far nulla per lei, proprio lei.
Stefano una volta in pensione, decise che l’aria di Trieste era buona anche tutto l’anno, così si trasferirono definitivamente lì. Giulia il marito e il bambino, Nicola, andavano volentieri a trovarli, Evelina e Stefano avevano comprato casa con giardino e potevano godere di un discreto panorama del lungomare.
Quando venne a mancare Evelina, pare un infarto nel sonno, Stefano andò a vivere con Giulia e fecero il trasloco.



Era maggio, e già faceva caldo, Giulia in soffitta stava cercando di imballare in modo ordinato le cose di sua madre. In un baule impolverato, c’era un paio di scarpe con la zeppa di sua madre, consumate e con la soletta un po’ imbarcata sul tallone. Le accarezzò con tenerezza, fece per riporle a terra quando sentì dei rumori metallici che provenivano da dentro la zeppa, scosse la scarpa e notò che era come se ci fosse qualcosa dentro. Sollevò delicatamente la soletta, non voleva rovinare il sandalo, ne estrasse un piccolo cilindro, voltò il sandalo per vedere se ci fosse qualcos’altro, ne uscì un pezzetto di carta strappato e ingiallito dal tempo sul quale si leggevano parti di nomi scritti in bella scrittura, era di sua madre. Erano parti di cognomi che aveva già sentito quand’era piccola, nomi di paesani chiacchierati perché socialisti, ebrei.



Passò per la mente di Giulia tutta la vita di sua madre in un lampo: gli amici di famiglia ebrei emigrati in Germania, così si credeva, i viaggi a Trieste al Santuario con i sotterranei, Andrea il camionista e il calzolaio Gianni.

EVELINA - FINE

Cominciava a capire Giulia, alla fine sua madre le aveva detto tutto, ora sapeva, c’erano molti modi di combattere, di resistere, sua madre l’aveva fatto a modo suo: salvando vite. Evelina odiava profondamente la guerra ma per fare quello che aveva fatto, non poteva dirlo apertamente. Molti non li conosceva, ne finita la guerra, ha cercato la gloria per quello che in coscienza pensava fosse giusto fare, e lo ha fatto. Non ne parlò mai nemmeno con Stefano suo marito, anche se da uomo intelligente, pensò Giulia, poteva intuire quello che stesse facendo Evelina, e che glielo lasciasse fare come forma di compensazione rispetto a ciò che doveva fare lui con il suo contegno pubblico conforme all’ordine di allora, fascista. Era una brava persona suo padre e aveva sempre protetto sua madre sia dalle dicerie di paese sia nei suoi viaggi a Trieste anche quando il pericolo era tangibile facendola sorvegliare a distanza. Ci teneva a lei e forse teneva anche a quello che stava facendo.




Giulia avrebbe voluto parlarne con suo padre dirgli di quanto fosse orgogliosa dei suoi genitori. Avrebbe voluto dirlo a suo marito e a suo figlio, di che stampo era nonna Evelina. Conoscendo sua madre capace che abbia salvato anche qualche tedesco in fuga.
Diceva sempre: io vedo davanti a me una persona, posso arrabbiarmi, ma come posso uccidere? Aveva avuto una mamma rivoluzionaria, più dei rivoluzionari combattenti: aveva usato la rivoluzione del cuore. L’eredità di Evelina a Giulia.


Ne rispettò la riservatezza, da quel momento sembrò avesse la luce negli occhi, era contenta di sé, del suo passato, capì l’insegnamento di sua madre. Conservò gelosamente i sandali con la zeppa di sua madre, e pensò che se ne sarebbe fatta fare un paio su misura, quel giorno chiamò Michele il nipote di Gianni. 



giovedì 20 giugno 2013

A PROPOSITO DI SANDALI






Tempo d'estate e tempo di scoprirsi.
Si valorizza la propria estetica.

Ben curato e ben vestito.
Il sandalo mette in risalto piede e caviglia.

Un bel sandalo si fa notare.
Un bel sandalo dà fascino al piede.

Il tacco può personalizzarne lo stile.
Il tacco rende sinuosa la camminata.







I sandali 

di Maria Teresa Morry 
Non aspetto nessuno
per questa estate,
i sandali satinati
una volta sola con te 
li rimetto
su altre strade
a calpestare dove non sei passato.

Non sono sandali
da sposa
da amante
da bella che attende, 
sono i miei sandali.

Li indosserò soltanto 
per la bellezza del mio passo.



Vi presento alcune delle mie "bambine"









mercoledì 19 giugno 2013

ITALIAN EXPRESS

Italian Express?

Nel tempo della velocità, lo slow time. Gustarsi il tempo, i luoghi, la compagnia.

Come?

Con i Treni Turistici:

Trenino verde
Attraversa la Sardegna con una locomotiva a vapore che risale a oltre un secolo fa. Il percorso va da Cagliari a Mandas, si viaggia a bordo della carrozza che ha ospitato il celebre scrittore inglese D. H. Lawrence che descrive il suo viaggio in Sicilia e poi in Sardegna compiuto da lui e da sua moglie nel 1921.





Un percorso che mostra i tesori dell'isola tra panorami, storia e bellezze ambientali. Si può ammirare lo scorcio di mare dalla stazione di Settimo. Poi il treno si immerge tra i vigneti, gli uliveti e i campi di grano di Dolianova, Serdiana e Soleminis. Una volta giunti a Mandas si può iniziare un altro viaggio in direzione Sorgono e Arbatax. Bisogna informarsi bene sulle coincidenze.


Treno Blu
E' il treno turistico del Lago d'Iseo ed entra in funzione in primavera. Sui binari da Bergamo per Palazzolo e da qui in direzione Paratico-Sarnico, lungo il fiume Oglio, torna a circolare lo storico treno a vapore di Trenitalia che è un'attrazione turistica da  vent'anni. Il 1 maggio 2013 si è festeggiato il 20° Anniversario del Treno Blu e il 100° anniversario della Locomotiva FS 625-100 "La Signorina" . La Signorina è stata messa in funzione per l'evento trainando il treno storico da Bergamo con le sue carrozze dalle classiche panche di legno.




Treno rosso
Meglio conosciuto come Bernina Express. E' il treno della Ferrovia Retica che parte da Tirano in Valtellina e che attraversa le Alpi svizzere giungendo a Saint Moritz in Alta Engandina. Ogni anno sono oltre 700.000 i passeggeri che si godono questo spettacolare viaggio anche nel periodo invernale. In quattro ore porta i viaggiatori dai ghiacciai alle palme, attrversando tre regioni linguistiche 196 tra ponti e viadotti e 55 tra tunnel e gallerie. Nel 2008 il percorso è stato inerito nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco.




Ora passiamo alla Storia: la Ferrovia delle Dolomiti Calalzo-Cortina-Dobbiaco


A differenza degli svizzeri, noi nel 1964 abbiamo pensato bene di sopprimere questa linea insieme alla soppressione della Ferrovia Elettrica della Val di Fiemme e della Ferrovia della Val Gardena Chiusa-Plan a trazione a vapore.
Invece di valorizzarle e nel tempo magari avere il riconoscimento da parte dell'Unesco, ci siamo giocati i flussi turistici che queste linee potevano dare.
Per la storia di questa linea rimando ai siti di riferimento.

Siti consigliati:

Film "Vacanze d'inverno" 1959

martedì 18 giugno 2013

3° CONCORSO FOTOGRAFICO ITALIAN LIBERTY





Tempo d'estate e voglia di viaggiare.

Ho trovato questo concorso che ha a che fare con l'arte ed è rivolto a giovani e a meno giovani, a professionisti e a dilettanti, ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado e a tutti gli amanti della bellezza e ai valori di cui il Liberty è portatore.







Al concorso "Italian Liberty" ideato e diretto da Andrea Speziali ed organizzato da Aitm Art,

 è possibile iscriversi gratuitamente dal 2 marzo al 31 ottobre 2015.



Per ulteriori informazioni vi invio al sito:




Facciamo conoscere i nostri capolavori! Quest'estate facciamo i reporter!

mercoledì 12 giugno 2013

L'ATTIMO FUGGENTE





Ve lo ricordate?
Film bellissimo!

Ho scoperto per caso
navigando in internet

l'esistenza dei Parchi Letterari.
Luoghi che hanno ispirato

poeti e scrittori.
Ora li possiamo "vivere"

ripercorrendo emozioni, sensazioni
declamando i versi e le letture

delle loro opere
alla maniera 

della Setta dei Poeti Estinti
anche noi diventiamo protagonisti.



Gli eventi letterari si potrebbero organizzare volendo alla maniera delle "Invasioni Digitali".


Siti consigliati:

Parchi Letterari


lunedì 10 giugno 2013

ART NOUVEAU E AEMILIA ARS




Alfonso Rubbiani nasce a Bologna il 3 ottobre 1848 da Vincenzo, magistrato, e Letizia Fanti. Cresce in una famiglia fortemente cattolica tanto da essere tra i fondatori nel 1867 della Società della Gioventù Cattolica Italiana. Studia per diventare notaio ma poi nel 1870 abbandona i libri per arruolarsi nell'esercito papalino per arrestare l'avanzata dei piemontesi.

Dopo l'avventura romana rientra a Bologna dove non completerà gli studi ma si dedica al giornalismo scrivendo e dirigendo vari giornali vicini al movimento cattolico e dimostrando un nascente interesse verso il restauro dei monumenti suscitato dai lavori di Giuseppe Modenesi per il completamento in stile neogotico della facciata della chiesa di San Martino. Nel 1882 viene coinvolto dal conte Francesco Cavazza nei lavori di restauro del castello di San Martino in Soverzano. 



Continua la sua attività di restauro di monumenti e nel periodo che va dal 1898 al 1903 fonda assieme al conte Francesco Cavazza la manifattura artistica "L'Aemilia Ars" che sull'esempio dell'Arts and Craft Movement di William Morris produce molteplici oggetti d'uso quotidiano (pizzi, mobilia, gioielli, tipografia) di raffinata esecuzione. La produzione si concentra nel campo delle arti decorative e di arredo improntata al recupero del Gotico e del primo Rinascimento e influenzata dal naturalismo floreale Art Nouveau.

Conclusa l'esperienza della Manifattura, continua la sua attività principale che è il restauro di monumenti. Alfonso Rubbiani muore a Bologna nel 1913. 

Della Manifattura rimarrà in esercizio solo il settore merletti e ricami grazie a Lina Bianconi Cavazza e Camerlita Zucchini con lo scopo di procurare una "industria sussidiaria" alle lavoratrici precarie "senza distoglierle dalla famiglia". Questa sezione, che ha alla base la raccolta di numerosi modelli di trine antiche e i motivi decorativi di alcuni artisti della gilda di Rubbiani, sarà in grado di continuare una prospera attività fino al 1936 partecipando a varie esposizioni internazionali.

Ad Alfonso Rubbiani  viene riconosciuto il suo contributo allo sviluppo dello stile Art Nouveau in Italia per le cosiddette arti minori. 

Liberty in Italia: l'Art Nouveau è definita così in Italia rispetto al resto d'Europa perché l'editore che stampava le riviste con le decorazioni Art Nouveau a Londra si chiamava Liberty. Quindi per correttezza non userò il termine Liberty ma Art Nouveau

Alcuni esempi di disegni della Manifattura "Aemilia Ars". Oltre ad essere una tecnica di ricamo è uno stile ben definito e apprezzato in tutto il mondo.



Tovaglia disegnata da Alfonso Rubbiani su vecchio disegno di Cesare Vecellio

STORIA FAMIGLIARE






Come da tradizione veneta nel corredo non può mancare una tovaglia in pizzo di Burano. In alcune famiglie, come la mia, alcune tovaglie si tramandano di madre in figlia o da nonna a nipote.

Non solo tovaglie ma anche copriletto. 

Di seguito il copriletto di famiglia che sto restaurando. Diciamo che ha qualche anno!

E' una forma d'arte che va tutelata. E' un peccato che non si riesca ad organizzarsi come "Reggio Ricama" per l'arte canusina. Questo tipo di ricamo rischia di essere veduto solo nei musei.


Copriletto presentato a mo' di tovaglia








siti consigliati:

venerdì 7 giugno 2013

EPPUR SI MUOVE!

In questo post do sfogo alla mia parte di "architetto", sì perché secondo i miei professori delle superiori avrei proprio dovuto fare Architettura a Venezia. 

Prendo a prestito la celebre frase del Barretti che spiegando agli inglesi il Processo di Galileo Galilei davanti all'Inquisizione inventò l'aneddoto con annessa la frase da lui inventata. Nel lessico giornalistico viene usata per esprimere un dubbio che resiste a tutte le rassicurazioni dell'interlocutore.

E ora a noi, la casa fissata al terreno ma che si muove. Come!!?

Eravamo abituati alle case mobili: tende, roulotte, case prefabbricate  che si trasportano con tir da una città all'altra - vedi America. Ma a una casa fissa in un luogo che si muove seguendo il movimento del sole?

Che mi risulti la prima casa che gira su se stessa seguendo durante il giorno l'andamento del sole è Villa Girasole, dove? A Mezzavilla di Mercellise Verona. Il quando è interessante: costruita dal 1929 al 1935. Ma da chi? Dal proprietario, Ingegner Angelo Invernizzi, dall'Architetto Ettore Fagiuoli e dall'ingegnere meccanico Romolo Carapacchi. Geniale? Direi proprio di sì.







C'è da dire però che nonostante le continue richieste che arrivavano al Comune per visitarla, la Villa era visitabile solo in determinate circostanze od eventi ed era gestita dalla Fondazione Il Girasole Angelo e Gina Invernizzi di Mendrisio, Svizzera. 

Ora la Fondazione è passata in Italia e la gestisce la Fondazione Cariverona. So che ci sono vari progetti in merito ma non credo che al momento sia aperta alle visite dei turisti. Per questo bisogna aspettare un pò. 


Vi propongo di seguito alcune immagini e dei link interessanti e più esaustivi. Da allora solo negli ultimi anni si è ripreso il concetto di "casa rotante" e eco sostenibile, vedi esempi di Dubay e Australia.
Dopo Angelo Invernizzi, David Fisher e l'archittettura dinamica.


 

Sto progettando una tovaglia Art Nouveau dedicata a Villa Girasole
Intanto vi faccio vedere la tovaglia futurista di Giacomo Balla più attinente al tema "movimento"




siti consigliati:
Rotating Tower Dubay
Esempi di grattacieli che ruotano
 Villa Girasole articolo
Casa rotante Australia
Documenti Villa Girasole
Filmato Istituto Luce 1935 Villa Girasole
Filmato casa rotante Australia
Casa giratoria Cordòva
Architettura dinamica

mercoledì 5 giugno 2013

ABBAZIA DI PRAGLIA






L'Abbazia di Praglia ha a mio avviso una storia molto più affascinante di quella raccontata da Umberto Eco "Il nome della rosa". Quando si dice che la realtà supera la fantasia.

Qui in realtà non ci sono delitti da scoprire, ma oltre la preghiera e il lavoro secondo le regole benedettine, c'è la conservazione dell'arte, della conoscenza, la difesa della conoscenza scientifica: in modo diplomatico alcuni Abati di Santa Giustina al quale è collegato l'Abbazia di Praglia difesero l'opera di Galileo Galilei ed alcuni di loro, in collaborazione con altri monaci scienziati di altri ordini religiosi furono in "rete epistolare" scientifica anche con  "Gli Stati Generali delle Province Unite dei Paesi Bassi" e con Parigi.



E' soprattutto grazie a Padre Benedetto Castelli che Galilei ha goduto di una certa "difesa ecclesiastica" che gli ha permesso di continuare i suoi studi, sono molto interessanti le corrispondenze epistolari tra scienziati: Girolamo Spinelli , benedettino che prese le difese di Galilei con lo pseudonimo di Cecco di Ronchitti, anch'esso Abate di Santa Giustina e di Praglia come lo era stato Benedetto Castelli, Padre Renieri Vincenzo, ed altri. Merita una trattazione storica a parte.

La cura per i libri: ad oggi Praglia è Monumento nazionale dal 1882, la sua biblioteca, dopo varie vicissitudini, conta ora oltre 120.000 libri e donazioni i personaggi eccellenti come Antonio Fogazzaro e Armando Levi Cases, ed altri. I monaci sono anche riconosciuti a livello internazionale per il restauro dei libri antichi.











Dal 1943 grazie al suo operato per il salvataggio e conservazione dei beni di musei veneti durante il periodo bellico, godette di una legge per le Biblioteche di Monumento Nazionale.







Oltre al restauro di libri antichi e alla conservazione di beni museali quali per esempio i quattro cavalli di bronzo di San Marco durante il periodo bellico, i monaci benedettini hanno anche una lunga tradizione per la coltivazione e preparazione di medicamenti officinali.






Dal 1956 in Abbazia di Praglia si trovano anche dieci Sukkah (pannelli che servono nella festa ebraica delle Capanne a costituire i sukkòt: le capanne che ricordano l'esodo verso la terra Promessa, ogni famiglia in ricordo di ciò soggiorna in capanne mobili per una settimana). Questi Sukkah sono di arte veneta del 1730 dipinti probabilmente da Giuseppe Graziani. Questi Sukkah venivano commissionati dalle famiglie ebree venete per la Festa delle Capanne.





Quello che mi ha più impressionato comunque di tutta la lunga storia oltre alla difesa di Galilei, è il sangue freddo dell'Abate che durante la seconda guerra mondiale oltre a trattare con il governo di allora per la tutela dei beni culturali, salvava ospitandoli, ebrei, civili e ariani. I nazisti avevano il sospetto che l'Abbazia fungesse da rifugio e infatti vi fu un'ispezione fortunatamente i monaci dell'Abbazia dotata di nascondigli, riuscirono a non far trovare nessuno. Il docente universitario Armando Levi Cases potè rifugiarsi dai monaci mentre poco distante a Vò la Villa Contarini Venier fungeva da "luogo di prigionia e transito" per gli ebrei destinati ad Auschwitz.

Vale la pena visitarla è comunque un "luogo dello spirito" e si sente.




Antonio Fogazzaro a Praglia



Siti consigliati:
Abbazia di Praglia Storia

una-schindler-list-a-praglia

Antonio Fogazzaro

giovedì 16 maggio 2013

ORATORIO DI SAN GIORGIO



A destra della facciata della Basilica del Santo sorge l'Oratorio di San Giorgio. 

Fatto erigere nel 1377 come mausoleo di famiglia da Raimondino Lupi di Soragna, prode condottiero al servizio dei Carrara, l'Oratorio di san Giorgio fu terminato nel 1384.






La struttura architettonica è simile a quella della cappella degli Scrovegni anche se più grande. Gli affreschi sono stati realizzati da Altichiero da Zevio tra il 1379 e il 1384 e ricordano quelli di Giotto nella cappella degli Scrovegni. Qui però è tutto più grandioso: gli spazi, le figure, le architetture e gli elementi della natura che fanno da sfondo alle scene.






Le pareti sono decorate con le storie dei santi cari alla famiglia committente: Santa Caterina d'Alessandria, Santa Lucia e San Giorgio. In controfacciata e sulla parete di sfondo si possono ammirare le scene degli eventi salienti della vita di Cristo.


Interessante la visita all'Oratorio di San Giorgio in abbinata alla visita alla Cappella degli Scrovegni e alla Chiesa degli Eremitani per mantenere un filo logico di Storia dell'Arte e anche di quel periodo storico.


video Oratorio di San Giorgio


Curiosità: Proprietà non extraterritoriali del Vaticano, cioè sono territorio del Vaticano in Italia:


  • Pontificio santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei
  • Basilica della Santa Casa a Loreto - Ancona
  • Basilica di San Francesco d'Assisi - Perugia
  • Basilica di Sant'Antonio di Padova (con Oratorio di San Giorgio e Scuola del Santo)


mercoledì 15 maggio 2013

TACCHI A SPILLO

Quando Roger Vivier introdusse sul mercato le sue scarpe provocanti, una giovane francese ne comprò un paio ricamato, ma gliele riportò il giorno dopo: "Le applicazioni di perline erano leggermente rovinate, (e la cliente lamentava) che le scarpe erano scomode. Dopo aver esaminato le suole, il direttore sbottò:"Ma Madame, lei ha camminato, con queste scarpe!".


I tacchi a spillo erano fatti per essere decadenti, non utili: servivano a indicare che le donne nel dopoguerra potevano starsene sedute o con i piedi per aria. Le donne furono rimesse su un piedistallo e smisero di lavorare: nessuno può indossare tacchi a spillo per costruire aeroplani.

Sex and the City ha creato un precedente: un programma televisivo molto seguito poteva creare tendenze di moda. Ha inoltre allertato l'industria calzaturiera che, con la donna giusta come esempio, le acquirenti comuni potevano essere persuase a spendere centinaia di dollari per un paio di scarpe di lusso.


Ad uno studio: "Gli uomini non si accorgono che le donne hanno i tacchi alti" pubblicato su "Telegraph" di Londra, nel 2010, Manolo Blahnick ribatté: "E' l'altezza delle scarpe a conferire alle donne una camminata sexy, ritmica; ed è questo che piace di più agli uomini. Chiunque dica che gli uomini non ci fanno caso è pazzo: la prima cosa che gli uomini guardano sono le gambe di una donna, e nulla le valorizza di più dei tacchi alti."

Con la democratizzazione della moda si è assistito a una fioritura del midmarket, composta da scarpe alla moda, ma non troppo care e spesso "usa e getta". Mercato in crescita grazie alla cliente denominata "ragazza cool", che non può permettersi calzature di lusso ma se ne intende di moda e pretende scarpe all'ultimo grido e a un prezzo accessibile. 

Nel primo decennio del Duemila la relazione tra donne e scarpe si è cementata: le calzature sono diventate sinonimo di autonomia femminile. "Voglio quelle scarpe, merito quelle scarpe e me le comprerò".

Il mio motto è: "Perché soffrire quando si può fare a meno?" sulle orme di Salvatore Ferragamo, oltre a disegnare calzature stupende mi piacerebbe perfezionarne la struttura e, come ha fatto lui creare innovazioni per camminare più comode e sexy.

Per il momento vi mostro un mio modello. 









Libro consigliato:
"Le donne dalla caviglia in giù" - autore: Rachelle Bergstein, ed. Mondadori

venerdì 10 maggio 2013

FESTA DELLA MAMMA


12 Maggio 2013



Festa della Mamma di Stephen Littleword

Per la tua festa dolce mamma
ho raccolto i fiori più belli del nostro giardino
ho colorato il disegno più speciale
ho cercato tra i ricordi la storia più bella.
Tutto questo per fartene dono,
anche se, il fiore più bello, i colori più accesi,
e la storia più speciale nella mia vita,
sei tu, mamma!
Auguri, è la tua festa!




La mamma di Ada Negri
La mamma non è più giovane
e ha già molti capelli
grigi: ma la sua voce è squillante
di ragazzetta e tutto in lei è chiaro
ed energico: il passo, il movimento,
lo sguardo, la parola



Dalla finestra di Giuseppe Fanciulli

Dalla finestra vedo un fresco prato,
vedo la strada, il campo seminato,
e gli alberi nel sol della mattina,
le case nuove e la bianca chiesina. 

Volan gli uccelli in lieta compagnia,
su per l’azzurro del cielo profondo;
canta con dolce voce mamma mia
E questo è così bello, è proprio il mondo!




Grazie mamma di Judith Bond

Grazie mamma
perché mi hai dato
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma
.





Mi ha fatto la mia mamma - Testo  di Gianni Rodari  Musica di Sergio Endrigo e Bacalov   Versione cantata


Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato
Sotto a una foglia di cavolo!

Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che sono nato
Sotto a una foglia di cavolo!

Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo
A bordo di una cicogna!

Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sono venuto al mondo
A bordo di una cicogna!

Se mamma ti ha comperato
Come taluni pretendono
Dimmi: dov'è il negozio
Dove i bambini si vendono?

Se mamma mi ha comperato
Come taluni pretendono
Diteci: dov'è il negozio
Dove i bambini si vendono?

Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Ti ha fatto la tua mamma
E devi essere contento!

Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
E sono molto contento!









Tanti Auguri a tutte le Mamme del Mondo!