sabato 4 luglio 2015

CITTA' DELLE ROSE


 "Città delle Rose"





"la terra in cui produr di rose 
le dié piacevol nome in greche voci"

                                                                                     da:Orlando furioso - Ludovico Ariosto




Secondo una leggenda il nome di Rovigo deriverebbe da Rhodon, ovvero dalle rose che in questi luoghi fiorivano spontaneamente nell'antichità. 


Un recente studio porterebbe a identificare intorno all'attuale Polesine la zona di battaglia dei Campi Raudii in cui i Romani sconfissero i Cimbri nel 101 A.C.. Da qui l'ipotesi che la radice celtica raud si sia contratta in rod ed abbia dato origine al toponimo documentato nell'Alto Medioevo. Potrebbe dunque essere che una "Rovigo romana" o "Vicus Raudus" sorgesse nei pressi del teatro della famosa battaglia e secondo questa ipotesi il nome significherebbe Città della terra rossa.

Alcuni storici parlano di Polesine: territorio che comprende Adria e Rovigo.

Inoltre si pensa che la colonizzazione del Polesine sia da attribuire ai Greci, infatti il compagno nella guerra di Troia di Ulisse, Diomede, assieme al suo equipaggio fu il primo a scoprire Adria che in quel periodo era sul mare.

Ancora sul nome:

...Qualunque sia la ragione che la corte Bonevigo sia stata appellata Rodige, è certo che Rodige è lo stesso che fondo Roda e Corte Roda, e che ne vennero con lievi alterazioni Rodico, Rodigio, Rhodigium, Rovigo. F.A. Bocchi aveva probabilmente centrato il bersaglio. Infatti gli studi recenti di archeologia ipotizzano che la Corte Roda abbia origini longobarde. Presso i Longobardi, teste autorevole P.S. Leicht, i raggruppamenti rurali erano detti "Vici", singolare "Vicus" (Vico). Ora, nella lingue germaniche, rileva il Cherubini, i nuclei abitati rurali erano detti berg, feld, reuth, ma anche Rode. Un qualsiasi vocabolario di tedesco (uso quello curato da P. Giovannelli e W. Frenzel (Signorellli, 1972)), traduce la voce Rode(land), con terreno dissodato. Parer evidente che in epoca longobarda Rovigo era detto Rodevico, o Radavico, ossia villaggio (vico) che sorgeva su un terreno dissodato (Rode). E' ovvio che il nome venne successivamente "volgarizzato": facile intuire la caduta della d, e il rapido passaggio di c a g, dando così vita al più semplice e "volgare" Ro(d)-vig(c)o= Rovigo, anticamente semplificato in Rod(v)ige, con la caduta della v, difficile alla pronuncia dopo la d.



Ed è proprio ad Adria che il vescovo Paolo Cattaneo prese la decisione di trasferire la sede vescovile a Rovigo.

Il vescovo indeciso sul luogo dove condurre la sua gente vittima dell'ira degli Ungari, vide in sogno San Pietro che gli diede un meraviglioso pastorale cosparso di profumate rose rosse fiorite. Proprio per questo si dice che fu Rovigo la meta della loro peregrinazione. Il vescovo Paolo Cattaneo decise di costruire un castello a difesa dai barbari.

Nel 920 il vescovo Cattaneo chiese al papa Giovanni X la facoltà di costruire una fortezza (castrum construere) nel "fundus o vicus Roda" - Rovigo. Il permesso gli fu concesso.



... Ma che c'entra il "Castrum Rodige" con la "potenza" dei Vescovi-Conti adriesi? C'entra nel senso che qualche studioso si è chiesto come aveva fatto un povero "vescovo di campagna" a trovare i soldi per costruire addirittura un castello nella solitaria "Curte Roda". Anche qui gli studiosi, specie quelli locali, si sono dati da fare per trovare la quadratura del cerchio. Osservo preliminarmente che uno dei più validi, Jacopo Zennari, lo risolse in due modi complementari: da un lato riportando tutta una messe di documenti che testimoniavano la potenza economica su cui potevano contare i Vescovi-Conti adriesi (vastissimi territori in tutto il Polesine fino al mare; dall'altro, appoggiandosi a fonti documentarie certe, come la donazione fatta "dalla contessa Franca.. vedova del Marchese Almerico". Il documento di redazione fu redatto "actum", "felicemente" nel 954 nel castello di Rovigo- Castrum Rodigii feliciter" Si fa notare che a 32 anni dalla data di concessione di Giovanni X al Vescovo Cattaneo, il castello di Rovigo era bello e fatto, tanto è che la città viene nominata nel documento come "castrum". Dunque, la costruzione del "castrum" l'aveva praticamente finanziata il buon Almerico, attraverso sua moglie. In realtà il "castrum" della "Curte Roda", come altri "castra" dello stesso periodo, erano fatti secondo il modello dei "catra" romani, ovvero si trattava di zone militari fortificate mediante terrapieno circondato da una fitta palizzata e da un fossato. "Una fortezza della pianura del Po".



Torre Donà

Del Castrum Rodige ora è possibile  ammirare una delle torri medievali più alte d'Italia: Il mastio del castello, meglio nota come torre Donà, alta 66 metri.


Tra il 944 e il 1054 l'autorità dei Vescovi-Conti adriesi entra in crisi. L'indebolimento dell'autorità vescovile è dovuto a interventi militari  in Polesine da parte degli Estensi di Ferrara, dei Carraresi di Padova, e dei marchesi della Marca di Verona, (cioè un'ampia circoscrizione pubblica di età carolingia e del Sacro Romano Impero creata nelle zone di confine o aree che necessitavano di un coordinamento militare particolarmente efficace), istituita nel 951 per volontà di Berengario II e sottomessa al Ducato di Baviera, che si contendono che si contendono il dominio del territorio. L'area del Polesine diventa territorio di confine che viene conteso tra Marchesati confinanti.





1221- Federico II di Svevia, con editto imperiale, conferma ai marchesi Estensi di Ferrara l’investitura su Adria e Rovigo.

1285 – Il Polesine è teatro di scontri tra Padovani e Ferraresi.

1294 – L’imperatore  Rodolfo conferma l’investitura del Polesine agli Estensi.

1514- Il Polesine passa sotto il dominio incontrastato di Venezia.





Stemma della città all'epoca della Repubblica Veneta



territorio di Rovigo all'epoca della Serenissima Repubblica Veneta



Qui cito solo un monumento, del XVII secolo:



Chiesa della Beata Vergine del Soccorso - La Rotonda - Rovigo


Tra la fine del '500 e per buona parte del '600 in Europa era diffusa la peste. Le popolazioni venete fecero sorgere nel territorio veneto molti capitelli, santuari e chiese dedicate alla Madonna come supplica ed ex voto per la preservazione delle genti da questo flagello, la peste appunto. 





L'immagine della Madonna con Bambino venne ribattezzata dai fedeli Santa Maria del Soccorso a seguito dei miracoli legati alla preservazione della popolazione locale dalla peste. Il piccolo oratorio dove era collocata l'immagine della Madonna divenne oggetto di culto e pellegrinaggio tanto da non poter sopportare tale affluenza di fedeli. Fu così decisa la costruzione della Chiesa della Beata Vergine del Soccorso e fu dato l'incarico a Francesco Zamberlan collaboratore di Andrea Palladio per la sua progettazione e realizzazione.


Nel santuario è presente anche un pregevolissimo organo a canne, opera n° 34 del famoso costruttore d'organi Gaetano Callido. A destra dell'organo si può ammirare uno dei tre teleri dipinti da Antonio Zanchi che raffigura la glorificazione del podestà Verità Zenobio (1682), negli altri due sono raffigurate le glorificazioni: del precedente rettore di Rovigo Antonio II Loredan (1673) e del successivo rettore Almorò Dolfin (1683).


A parte il grande valore artistico delle Ville Venete che si trovano in Polesine soprattutto in Fratta Polesine, a cui vi rimando ad altri post dedicati: Villa Badoer, Villa Loredan-Molin ora Avezzù, Casa Campagnari ora Municipio,  Villa Dolfin, Villa Labia, vorrei soffermarmi di più sul valore storico di tre Ville che tengono il filo del discorso seguito fin qui: Palazzo Monti casa dei Carbonari ora Villa Viario, Villa Oroboni, Villa Cornoldi.


Dopo la fine della Repubblica di Venezia, le scorrerie di Napoleone sino a Venezia dettero poi come risultato il passaggio tutti i territori veneti "liberati" agli Asburgo, con somma delusione del Foscolo, mantenendo quasi intatti i confini della Repubblica Cisalpina. In queste terre polesane ricche di Arte nelle sue varie forme, cominciarono ad esserci due tipi di insofferenze: ribellione alla miseria tra i contadini e voglia di indipendenza tra gli intellettuali e la piccola borghesia. Una cosa era certa le cose dovevano cambiare, era quello il tempo. 

Ed ecco i romanzi: Piccolo mondo antico e Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro, Le mie Prigioni di Silvio Pellico, le opere liriche di Verdi con sottostante connotazione irredentista vedi l'aria Va pensiero del Nabucco cantata dei servi della borghesia milanese insieme al coro del Teatro della Scala in occasione della presenza della principessa Sissi. I vari moti che avvengono tra Veneto e Lombardia, i raduni dei Carbonari anche a Fratta Polesine.




Villa Monti ora Villa Viario

Nel catasto austriaco del 1852 la casa è di proprietà di Giovanni Monti, livellario del nobile Gaspare Lippomano; il rustico, invece, è di proprietà del fratello Giacomo, anch'esso livellario del medesimo Lippomano. I due fratelli Monti erano entrambi affiliati alla Carboneria.






Palazzetto dei Villa-Cornoldi ora Fanan


Agli inizi del XIX secolo la Villa è stata più volte sede di riunioni Carbonare, Il 12 dicembre del 1818 viene arrestato Antonio Villa, il nipote Francesco, carbonaro polesano morto allo Spielberg con un altro carbonaro, il suo concittadino e amico Antonio Oroboni.


Per quanto si voglia romanzare la civiltà contadina come una civiltà serena, la Storia purtroppo ci riporta alla dura realtà. Dal periodo feudale in poi, anche sotto la Repubblica di Venezia, la vita in questo territorio non era poi così idilliaca, ma era così anche in altre parti del Veneto. La vita era dura anche perché si viveva in territori non molto salubri, vi era anche la presenza della malaria e della pellagra tra le malattie più frequenti e le rivolte per migliori condizioni di vita c'erano state anche ai tempi degli Estensi. Un'idea di quello che era la vita in questi territori la si può avere leggendo "Il Mulino del Po" di Riccardo Bacchelli anche se parla dell'area del ferrarese le condizioni di vita in quella del Polesine erano molto simili.


 

Dal 9 giugno 2015 il Parco Delta del Po è ufficialmente riserva biosfera MAB UNESCO
Vi assicuro che ho trovato difficoltà a scegliere le immagini... tutte troppo belle!! Sicuramente da visitare!

Ci sono state nel tempo numerose opere di bonifica del territorio a partire da quelle messe in atto dalla Repubblica Veneta e poi dall'amministrazione asbugirca fino al ventennio del periodo fascista. Purtroppo dopo l'alluvione del 1951 andarono distrutte le Botti Barbarighe. Successivamente fu realizzato un bacino unico. 


Anche Rovigo come il resto del Veneto ha visto espatriare molti suoi figli, come non ricordare i molti che partirono per le miniere del Belgio? Grazie anche ai nostri veneti l'Italia a potuto svilupparsi nei primi anni '50: 50.000 uomini per le miniere belghe in cambio di carbone, dal solo Veneto ne partirono circa 30.000.

Per ultimo come non ricordare le partite di rugby tra il Petrarca rugby di Padova, il Benetton rugby  di Treviso e il rugby Rovigo Delta?



Badia 22-12-2013 Rugby Junior Under 16 vs Petrarca Rugby Junior Under 16

... E la Storia continua, largo ai giovani!!


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