martedì 2 febbraio 2016

IL PONTE DI BASSANO



L'antico nome di Bassano si pensa risalga al II secolo A.C. quando i Romani resero coltivabile il territorio. Fundus Baxiani indicava infatti la proprietà agricola di un certo Bassio o Bassus.




Camminare per Bassano si respira la Storia, la Storia dei grandi eventi e la Storia dell'Arte. Poi c'è la storia famigliare, quella che coinvolge la popolazione di Bassano i cui parenti a vario titolo la Grande Storia l'hanno fatta.

La Storia. Nel Medio Evo il territorio veneto era conteso da varie città che cercavano di espandere i propri confini anche con sanguinose guerre e complotti. Sempre il territorio veneto è stato per secoli territorio di confine tra le genti italiche, che confinavano con Ferrara e Milano, in quanto confine tra territori papali e Sacro Romano Impero con Federico Barbarossa, genti germaniche. Vi erano inoltre vari Signori della Guerra che poi ottenevano diritti territoriali ed erano appoggiati politicamente dal Papa o dall'Imperatore. Una storia a parte la merita gli Ezzelino. Qui nominati perché estesero il loro dominio anche su Bassano.

Alla morte di Ezzelino III nel 1259 i bassanesi ottennero la protezione di Padova riservandosi tutti i beni e i diritti dell'epoca ezzeliana e uno statuto comunale.
A partire dal 1260 Bassano viene sottomessa prima a Vicenza, 1260-68, poi a Padova, poi a Verona e di nuovo a Padova per passare sotto il governo dei Visconti nel 1388.

L'espansione territoriale della Repubblica di Venezia giunse fino a Bassano il 10 giugno 1404. Anche qui, non è che tutti fossero felici di stare sotto i veneziani vedi Padova e i Carraresi ma per la cronologia degli eventi rimando al sito: http://www.magicoveneto.it 
A Bassano venne data una certa autonomia.

Il 27 dicembre del 1760 il Senato Veneto innalzò Bassano al rango di città.

Bassano è attraversata dal fiume Brenta che la divide in due. Il Ponte Vecchio o Ponte degli Alpini nei secoli ha subito numerosi interventi e ricostruzioni dalla data della sua costruzione documentata nel 1209 ad opera di Gerardo Maurisio.





Fu Andrea Palladio che nel 1569 progettò il nuovo ponte ligneo dandogli l'aspetto attuale. Una piena del Brenta nel 1748 distrusse l'opera palladiana che fu poi ricostruita da Bartolomeo Ferracina tre anni dopo. 

L'8 settembre del 1796 Napoleone sconfisse gli austriaci a Bassano dando inizio a un periodo tormentato per tutto il territorio. Con la caduta di Venezia e la firma del Trattato di Campoformio Napoleone cede i territori della Serenissima all'Impero Austroungarico istituendo il Regno Lombardo-Veneto dove il Veneto diventa il granaio dell'Impero degli Asburgo.
Senza contare le opere d'arte trafugate da Napoleone e portate i Francia come bottino di guerra. Anche Ugo Foscolo che tanto inneggiava al Liberatore ne fu profondamente deluso, era un'altro conquistatore punto.


Nel 1813 il Ponte fu incendiato dal Vicerè Eugenio di Beauharnais e successivamente riedificato nel 1821 da Angelo Cesarotti.

Durante il Regno Lombardo Veneto Bassano passa sotto la provincia di Vicenza. Il Regno Lombardo Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia nel 1866 per effetto della pace di Vienna.

Arriviamo alla Grande Guerra del 1915-18. Con la disfatta di Caporetto nel 1917 si riversarono in città centinaia e centinaia di soldati seguiti da intere carovane di fuggiaschi civili provenienti dai vari paesi invasi dagli austro-ungarici. Furono giorni terribili anche perché gli austriaci erano quasi alle porte della città in quanto il fronte di guerra si era attestato sul Monte Grappa e nella Valsugana.

A seguito del tragico bilancio della guerra, 23.000 soldati sono sepolti sull'Ossario del Grappa, il governo fascista decise nel 1928 di cambiare il nome della città: da "Bassano Veneto" a Bassano del Grappa.






Il nostro esercito di terra era formato da fanteria e poi dagli Alpini, che non so esattamente perché ma sono amati da tutti. Nelle loro canzoni c'è il quotidiano di trincea, la nostalgia di casa, la nostalgia dell'amata e poi alcuni canti religiosi che a sentirli fanno venire la pelle d'oca come "Signore delle Cime":



Signore delle Cime di Bepi de Marzi



Coro Brigata Cadore - Sul Ponte di Bassano


Museo Ponte degli Alpini


Arriviamo alla seconda Guerra Mondiale. Dopo la firma dell'armistizio l'8 settembre 1943 una parte d'Italia, la Repubblica Sociale Italiana, della quale il Veneto faceva parte, si schierò con i tedeschi nel proseguo della guerra. In realtà anche nel territorio della RSI c'erano civili e soldati a favore e civili e soldati contro, infatti si potrebbe benissimo dire che iniziò una guerra civile all'interno di una guerra mondiale. Quelli che erano contro l'essere ancora alleati ai tedeschi erano considerati nemici della Patria, non era solo finire o meno la guerra era anche, una volta in pace, che tipo di governo dare alla nazione: ideologia comunista con governo alla Stalin o ideologia capitalista guardando all'America. In guerra le tinte sono forti e le sfumature o i compromessi, il dialogo cedono il passo al bianco o nero, o meglio, rosso. 

Così anche Bassano nel suo piccolo fu toccata da vicino da tutti questi avvenimenti.

Il 26 settembre del 1944 a Bassano vennero impiccati 32 partigiani lungo il viale che poi si chiamerà Viale dei Martiri. Dal 20 settembre fino alla fine del mese nella battaglia del Grappa morirono 171 impiccati, 603 vennero fucilati e 804 persone furono deportate, di queste 600 non fecero ritorno.






Monte Grappa 1944 - Documentario storico







26 settembre 1944



Il ponte fu poi raso al suolo per la terza volta il 17 febbraio 1945 appena passate le 19.00, ora in cui iniziava il coprifuoco.  Il Ponte Vecchio di Bassano veniva lacerato da una forte esplosione. L'azione di sabotaggio, che faceva parte di un piano più vasto voluto dagli Alleati contro i ponti della Pedemontana, fu eseguita da un gruppo di 15 partigiani tutti armati e in bicicletta due dei quali trainavano, ciascuno a rimorchio, un carrettino carico di esplosivo innescato. I danni furono notevoli e ci furono anche due vittime. Il comandante del gruppo era Primo Visentin nome di battaglia "Masaccio" come ricorda la targa presente ancora sul ponte.

Per rappresaglia i nazisti prelevarono dalle prigioni tre partigiani e li fucilarono sul ponte, si chiamavano: Federico Alberti, Cesare Lunardi e Antonio Zavagnin. Venne da loro indossato un cartello con scritto:"Io sono un bandito". 




17 febbraio 1945


Il ponte fu poi ricostruito secondo l'originale disegno di Andrea Palladio per espressa volontà degli Alpini, da quel momento è nato il nome di Ponte degli Alpini che venne inaugurato il 3 ottobre del 1948 alla presenza di Alcide De Gasperi.

Il Ponte fu poi gravemente danneggiato dall'eccezionale alluvione del 4 novembre 1966 da allora viene effettuato un sistematico restauro strutturale.




 1947 - Ricostruzione del Ponte Vecchio detto poi il Ponte degli Alpini



Vista dal Ponte degli Alpini

La Pace non è mai scontata e la Storia dovrebbe ricordarcelo.



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