venerdì 19 aprile 2013

CERAMICHE E RICAMI ESTENSI




Rimaniamo in Pianura Padana, più precisamente Ferrara e il Parco del Delta del Po col suo splendido panorama e le "Delizie Estensi", un insieme di circa trenta ville, ritiri di caccia ed estivi costruiti nella zona a testimonianza dell'influenza della cultura rinascimentale ed estense sull'ambiente naturale. 

Ferrara, in Emilia Romagna, è uno dei 47 siti italiani che l'UNESCO ha inserito, insieme al Parco del delta del Po, nel World Heritage List.














Nel nucleo centrale di Piazza della Repubblica troviamo il maestoso Castello Estense. Per la sua interessante e lunga storia rimando al link consigliato.






In particolare, mi interessa approfondire il periodo di Alfonso I d'Este.







In questo periodo va affermandosi l'Ingobbio Graffito cioè la ceramica graffita ferrarese.

Le sue radici anche se del VII-VIII sec., provengono da ben più lontano: dalla Cina, dove questa tecnica era già in voga durante la dinastia T'Ang




Poi l'espansionismo dell'Islam con le sue conquiste nel Turkestan e nel confinante Impero Bizantino ne hanno portato la diffusione nel medio Oriente.


Successivamente i contatti mercantili con Ravenna e poi con Venezia, e il ritorno dei Crociati dalla Siria, hanno completato il quadro facendo approdare il graffito sui litorali adriatici.


In Ferrara già nella prima metà del '300 troviamo ben attiva la sua produzione: le botteghe e le fornaci sono un pò dapperttutto pur esistendo allora una Strada del Boccalaro situata nei pressi delle attuali vie Garibaldi e Corso Isonzo.






I colori delle ceramiche erano costituiti dalle misture di ossidi metallici amalgamati fra loro: rame, antimonio e piombo per il verde; antimonio e piombo per il giallo; ossido di ferro per il bruno. Soltanto nel '500 compaiono anche se raramente il blu cobalto ed il viola manganese.

Quella del vasaio doveva essere un'arte tenuta in considerevole considerazione, se maestri della pittura come il Cossa, il Pisano, il Tura non disdegnavano praticarla.

Anche il Duca Alfonso I D'Este nel suo tempo libero da gravami bellici o diplomatici, amava dilettarsi, nella sua "bottega" presso il Castello Estense nel fabbricare e decorare le ceramiche che erano "vasi e piatti di terra, ma tanto più honorati, quanto egli eran fatti per la mano e l'industria di esso Principe..." (Paolo Giovio, La Vita di Alfonso d'Este duca di Ferrara, Venezia, 1597). Il duca Alfonso d'Este ha di fatto legittimato lo stile estense della ceramica, ripreso poi anche nel ricamo, valorizzandola e sostituendola al vasellame in oro e argento in voga tra i nobili dell'epoca.

Presso Palazzo Schifanoia, Museo Civico, si trovano esposte circa 200 delle 1500 ceramiche che fanno parte della Collezione Pasetti donati dagli eredi del conte Giovanni nel 1935.







Il ricamo estense prende spunto dal graffito ferrarese, ceramica in uso dal XIV al XVI secolo, con motivi figurativi e decorativi. E' un misto fra un ricamo, un disegno, filati e punti i cui schemi traggono origine dalle ceramiche graffite estensi. Per questi ricami si utilizzano i punti più noti mentre i colori si rifanno a quelli utilizzati nelle ceramiche: verde, bruno ferraccia, blu cobalto, giallo antimonio, rosso mattone.









Come vedete siamo interconnessi con il mondo  molto più di quello che immaginiamo!


Siti consigliati:

http://www.originalitaly.it
 http://www.castelloestense.it
http://www.coloartes.org


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